Collana "Strumenti", n. 34
Uno “Zeus cretese” incontra lo Zeus indeuropeo. I testi del tempo, non più relegati nell’era buia dell’“indecifrabilità”, ce ne raccontano, insieme ai miti e ai luoghi, la possibile storia.
Mario Negri è ordinario di Civiltà Egee nell’Università IULM di Milano. Formatosi come glottologo nella Scuola milanese di Vittore Pisani, ha fin da subito individuata nella storia delle lingue e delle scritture dell’Egeo del II millennio a.C. l’area privilegiata del suo interesse scientifico. In particolare alla storia linguistica del Peloponneso del Tardo Bronzo è dedicata una serie di lavori, fra cui si ricordano Le Tavolette delle classi A, C, E, F, G di Pilo: saggio di traduzione (Roma, 1993), seguite dalle Note di commento (Roma, 1999). Volto il suo interesse alla lineare A, e così spostandosi nella Creta del Medio e del primo Tardo Bronzo il focus della sua attività di ricerca, ha promosso il progetto d’interpretazione del corpus minoico, il cui esito maggiore sono i Testi minoici trascritti, con interpretazione e glossario (Roma 1999), di cui è coautore. Nell’ambito delle sue ricerche, ha coniugata la prospettiva filologica e storico-linguistica con l’indagine, anche nella prospettiva di una lettura “storica” del mito, dei rapporti di continuità fra il II e il I millennio.
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